Il baciale’. Il sensale piemontese. L’antesignano delle agenzie matrimoniali. Un personaggio folkloristico, di fiducia che conosceva tutti e tutto nelle varie borgate limitrofe.
Era il baciale’ che si prendeva l’incarico di far convolare a nozze i single di un tempo, quando ancora venivano chiamati signorini e signorine. Era “assunto” dalle famiglie. Noto e rispettato, interveniva quando la natura non aveva fatto il proprio corso. In quegli anni era quasi innaturale che i giovani, specie se di buona famiglia e in salute, non si sposassero. Il baciale’ era l’amico a cui ci si rivolgeva per ricevere un sostegno per la figlia ancora sola o per il figlio timido, magari non più giovanissimo, che non riusciva a trovar la fidanzata.
Il bacialé vero e proprio rappresentava una specie di riconosciuta professione, esercitata, come quella del medico, con il sussidio del birocin (ed era questo un segno di distinzione), oppure a piedi, semplicemente, come i "romei" dell'età medioevale.
A questa funzione di agente di pubbliche relazioni, del resto modestamente remunerata, egli associava, per lo più, un vero e proprio mestiere: quasi sempre era negoziante di vitelli, mediatore di vino o cercatore di tartufi. Tutti mestieri questi che comportavano una qualifìca costante di itineranti.
Non tutti i suoi interventi matrimoniali avevano, ovviamente, la stessa importanza o lo stesso peso; così la capacità dell'agente "sponsalizio" emergeva soprattutto nei casi più improbabili e difficili. C'era sempre qualche cascina isolata sulle colline, qualche cà dij bosch in cui una fanciulla, già un tantino avanti negli anni e non precisamente una bellezza, era ancora da collocare e perciò poteva prestare attenzione ad una proposta abilmente avanzata dal bacialé. Il quale, per la sua capillare esperienza di luoghi e di famiglie, aveva subito in mente l'uomo "ad hoc". Poteva essere uno scapolo o un vedovo, anche lui sufficientemente maturo, non esattamente un Adone e, magari, gravato di qualche inconveniente, tale però da non costituire un "impedimento dirimente" agli indulgenti ed esperti occhi del sensale, buono, insomma, per un matrimonio che sarebbe stato (garantiva quello) un vero successo.
Il premio per tanto zelo e per la molta costanza era, in caso di affare felicemente concluso, un pastrano, un cappello, oppure semplicemente un foulard che il sensale sfoggiava con visibile orgoglio nel giorno delle nozze.
(dal web)
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