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| Titolo: Cesco Baseggio l'ultima.... Sab Feb 23, 2008 12:57 am | |
| ....maschera veneziana
Veneziano di famiglia, educazione, studi, anche se nato a Treviso, abbandonò giovanissimo e all'improvviso lo studio del violino per intraprendere la carriera di attore. Esordì nel 1920 come caratterista brillante con la compagnia di Gianfranco Giachetti; nel 1923 fu con Carlo Micheluzzi, e al 1926 risale la formazione della sua prima compagnia con il suo nome. In breve tempo è diventato uno dei più importanti esponenti del teatro dialettale veneto. Si è prevalentemente dedicato al repertorio goldoniano - ricordiamo a proposito le sue magistrali interpretazioni di Sior Todero brontolon e Le baruffe chiozzotte - perlopiù dirigendo egli stesso i vari allestimenti, e toccando via via risultati di sempre più viva e consapevole umanità. Ha interpretato con grande acume anche opere del Ruzzante e del Simoni, e ha scritto anche alcune commedie. E’ noto che il tema de Il mercante di Venezia shakespeariano è tratto da una novella del Trecento, che appartiene alla raccolta Il Pecorone di Ser Giovanni Fiorentino, pubblicata postuma solo nel 1558. Cesco Baseggio nel 1927, coadiuvato dalla penna di Guido Perale e Adriano Lami, riscrive Il Mercante, riattualizzando il testo in lingua veneziana, ottenendo un grande riscontro di pubblico e critica dell’epoca. Sugli schermi dal 1936, è apparso, come caratterista, in ruoli a lui congeniali e in diversi film.
Le tappe ruzantiane di Cesco Baseggio portano queste date: nel 1949 Bilòra, nel 1950 Parlamento e nel 1956 La Moscheta, lavori poi ripresi più volte. ricordando a distanza di tempo queste sue interpretazioni egli dirà, con giustificato orgoglio: «Da sempre avevo intuito la genuina forza dei testi cinquecenteschi del Ruzante. Ci pensai molto e alla fine realizzai una mia prima riduzione del Bilòra, che ebbe un grande successo, cui feci seguire poi il Parlamento de Ruzante che jera vegnù de campo. Il successo fu ancora più grande […]. Un notevolissimo successo ebbi anche con la Moschetta, messa in scena per la prima volta con la collaborazione di De Bosio, a Ferrara, e poi recitata anche a Venezia e altrove» («Il Gazzettino», 9 maggio 1963). | |
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