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 La genialità solitaria di Piero della Francesca

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MessaggioTitolo: La genialità solitaria di Piero della Francesca   La genialità solitaria di Piero della Francesca Icon_minitimeDom Gen 24, 2010 5:06 pm

Nel periodo del primo Rinascimento italiano nel quale gli artisti erano legati, nonostante la loro individualità, da programmi comuni, emerge solitaria ed inimitabile l’opera di Piero della Francesca.
Questo grande artista nato a San Sepolcro (1415 – 1492), si formò sulla pittura di Masaccio ed a contatto con Domenico Veneziano. Dal primo trasse la potenza del modellato e la sintesi dei volumi, dal secondo la luminosità arcana che idealizza le forme. Le sue figure vengono rappresentate con una vigorosa struttura, le braccia e le teste sembrano determinate da un rigido calcolo, dorsi cilindrici, larghe spalle e colli simili a colonne danno maestosità ai suoi personaggi. Della Francesca fu un grande prospettico e tutte le sue opere rivelano la precisione e l’acutezza della sua ricerca spaziale.

Nella famosa opera “La flagellazione di Cristo”, un piccolo quadro su tavola 58,4 × 81,5, si evidenzia una prospettiva centrale nella quale le figure sono strettamente inglobate. Considerata la più emblematica tra le sue opere, rappresenta con straordinaria capacità di controllo geometrico dei volumi architettonici e degli spazi; un loggiato dove, a sinistra, è raffigurato un uomo seduto su di un trono (Pilato?), davanti il quale si svolge la flagellazione del Cristo. Il Cristo appare legato ad una colonna sormontata da una statua, che raffigura il Sole. Di spalle, uno dei presenti alla scena, possiede un turbante.
A destra, in primo piano, tre personaggi. Nell'ordine da sinistra si tratta di un uomo con la barba abbigliato all'orientale, uno al centro di giovane aspetto, biondo e scalzo e infine quello a destra, vestito con un abito elegante in broccato. L'identificazione dei tre ancora oggi non è data per certa. Sicuramente però, indipendentemente dalla validità di una o dell'altra delle tesi sostenute, siamo di fronte ad un'opera dall'enorme portata rivoluzionaria, dove sono riportati all'interno della stessa composizione, il Cristo nel momento della Flagellazione e in primo piano alcuni uomini, contemporanei all'epoca dell'autore.
Non si comprende se questi parlano o s’ignorino; osservandoli attentamente sembra che siano indipendenti l’uno dall’altro, come statue ognuna delle quali ruota attorno con diverse angolazioni nello spazio. Lo sguardo di ogni personaggio non incrocia mai quello degli altri ma si perde all’infinito, come a seguire una propria strada, una propria missione.


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